Sunday, January 29, 2006

La nevicata del 2006

Mia Martini cantava "La nevicata del '56", a Roma... Milano ha visto i suoi due giorni di neve il 26 e il 27 gennaio del 2006.
E io - che detesto la neve, il freddo - li ho vissuti, mio malgrado, entrambi in prima persona, là fuori, con cappellino e ombrello:
il 26 per una giornata di lavoro itinerante per la città - la mattina, uscito di casa alle 8,30 e vedendo i primi fiocchi cadere, mi son davvero maledetto per avere accettato quell'incarico!! - e il 27 per far compagnia a mio fratello, costretto a recarsi in Università per rispondere all'appello di un esame - che fortunatamente, visto il nostro sforzo, non è stato poi annullato come molti altri!
Devo dire che in certi momenti ho anche voluto bene a questa neve... Anche durante la scorsa nevicata, mi sembra verso fine dicembre, avevo vissuto dei bei momenti, passeggiando solitario in Parco Sempione. Tanto che ho buttato giù alcune immagini che forse, tra non molto, diventeranno poesie...
Avevo già pensato alla neve altre volte e soprattutto alla neve di città... Mi chiedevo perchè la neve che cade sulla terra nuda fosse affascinante, materna, mentre la neve che cade sull'asfalto mi apparisse ossessiva, carceriera. Così ho pensato... che la neve che cade sulla terra la aiuta a crescere - paradossalmente - la riscalda e la protegge, preservandola per la primavera che vedrà schiudersi i semi... La città invece ha già il suo strato che la "protegge": l'asfalto... un'asfalto che separa dalla terra, dalle emozioni vive. Ed ho anche pensato... se la primavera arriva quando questo strato si scioglie,
quando sarà mai la primavera della città?
Ed io, che mi pensavo tanto cittadino ed anche un po' frivolo, mi sono accorto che ho voglia di cose reali, e che comincio a respirare più pienamente in altri ambienti, come il mare o la collina - o anche il parco cittadino,
dove almeno quando poggio il piede per camminare, la terra mi risponde appiattendosi lievemente.

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