Tuesday, October 25, 2005

Il filo rosso di Hannover

Questa è la storia di un filo rosso che in un certo senso ha cambiato il mio modo di vedere le cose.

Mi trovavo ad Hannover, in Germania, nella primavera del 2004. Ero andato a trovare una mia amica che si trovava lì in Erasmus.
Un giorno, lei mi sguinzagliò in giro per Hannover solo soletto perché doveva sbrigare un colloquio per un lavoro in fiera.
Precisiamo: i tedeschi in genere - è stata una mia impressione, ma confermata da altri - non sono molto favorevoli verso gli stranieri, specie i turchi i quali vivono in gran numero ad Hannover. Ebbene, io (moro, carnagione scura, e all'epoca decisamente scapigliato) ad Hannover passavo per un turco bello e fatto, quindi non ero guardato in modo molto benevolo, specie nei negozi.
Mi ritrovai quindi a vagare da solo per una città affascinante sotto certi aspetti, ma che non conoscevo affatto e in cui oltretutto non mi sentivo accolto come mi sarei potuto sentire altrove.
Inizialmente - spaesato - spesi circa 200 euro in pochi minuti in acquisti poco calibrati - a parte una giacchetta di HM di cui ancora oggi vado fiero. Fatto questo e non avendo neanche una cartina della città (sprovveduto io!), mi ritrovai ancora più perso...
La mia salvezza fu una striscia rossa stampata sull'asfalto, che cominciai a percorrere fedelmente. La mia amica mi aveva spiegato che si trattava di una "guida dell città" e che, seguendola, era possibile visitare tutti i punti di maggiore interesse turistico di Hannover. Certo, proprio una cosa "da turisti"... ma mi regalò tanti scorci bellissimi. E soprattutto non mi fece sentire solo: divenne un po' la mia compagna di quel pomeriggio, silenziosa ma fedele e propositiva.
Lo scorcio che più ricordo con affetto fu il giardino di un asilo per l'infanzia... la striscia rossa infatti passava per un vicoletto che costeggiava un asilo per poi raggiungere (se ricordo bene) la sede del parlamento della regione.
Il cortile era vuoto, ma caldo, colorato - quasi una stonatura in una città così ordinata e perfetta come Hannover. Me la fece piacere. Restai un po' lì, immobile ed estasiato. Quel giardino mi stava consolando, parlandomi con il suo solo esserci.

Tornato da quel viaggio così breve (cinque giorni), qualcosa in me era cambiato profondamente. Non so cosa si sia risvegliato di preciso, fatto sta che la mia "rivolta" verso il mondo, residuo adolescenziale, si spense in un batter d'occhio.
Penso che sia la prospettiva da cui vediamo le cose che ci influenzi la vita... "pensare positivo" probabilmente è una banalità, ma si è già sulla strada giusta. Io direi di più "pensare costruttivo", ascoltare cos'ha da dirci un'altra persona, una casa, una città. E lasciarsi cambiare, modificare da tutto ciò, senza paura. La felicità secondo me si costruisce, e certo non da soli: può essere in compagnia di una persona, di un animale, di una casa, ma mai da soli.
Anche l'eremita ha la compagnia della sua "grotta", delle stagioni, dell'ambiente - e li ascolta, eccome.
Una mia amica mi ha detto che sulla spiaggia non si sente mai sola, perchè le onde del mare hanno moltissimo da dire, e sempre. E' il rumore della vita.
Penso abbia ragione. Come io mi sono lasciato guidare da quel filo rosso (quando avrei potuto benissimo aspettare seduto a una panchina) e ho visto cose che mi si sono impresse con affetto, ora ascolto con più piacere ciò che mi circonda. E ha davvero tantissimo da dire.

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

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10:11 PM  
Anonymous Anonymous said...

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10:11 PM  
Blogger Lunatika said...

Non sapevo assolutamente di questo filo rosso, nè avevo più di tanto sentito parlare di questa città, ma mi hai davvero incuriosito e credo che mi informerò al più presto.
Leggendoti, mi sembrava di essere lì, anche io..

1:01 PM  

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